ACQUA PUBBLICA, PULITA, PREZIOSA
Dopo la vittoria referendaria, nuove sfide per l’acqua diritto universale
ROMA, 8 NOVEMBRE 2011

Premessa
Sono sempre impresse nelle nostre menti le immagini delle inondazioni degli ultimi giorni e che sempre più spesso nel nostro paese e non solo si ripetono, mettendo a rischio tante vite e un patrimonio culturale ed ambientale immenso. Immagini che mostrano tutta la fragilità di territori aggrediti senza tregua dall’uomo. Un rischio idraulico, quindi, al quale poi si aggiunge uno stato di salute delle nostre acque che sconta un incuria dei nostri fiumi: cementificazioni, inquinamento, rifiuti. Nel mondo questo vuol dire privatizzazione di un bene comune, dove carenza idrica non vuol dire scarsità del bene in quei luoghi, ma impossibilità di accedere a quel bene per quelle comunità e lo stesso bene per loro scarso, poi diventa veicolo di morte e di epidemie, perché in quei luoghi neanche i rifiuti domestici vengono raccolti. Allora oggi serve una nuova cultura dell’acqua, c’è sicuramente bisogno di interventi sanitari, idrogeologici, di depurazione e cura delle sorgenti. E la litania del conflitto di competenze deve essere interrotta.
ACQUA PUBBLICA
Nel pomeriggio del 13 giugno 2011, dopo mesi di campagna referendaria, i cittadini italiani si sono resi protagonisti di un pezzo importante del loro futuro: 28 milioni (nel Lazio il 58,9% degli elettori) si sono recati alle urne, nonostante il week-end ormai “balneare” e le tornate elettorali dei mesi precedenti, per dire Sì all’acqua pubblica e per indicare al legislatore le strade da percorrere per le scelte di gestione dei servizi idrici.

Grazie all’attività di un ricco, colorato, intelligente movimento dell’acqua, che ha visto anche Legambiente tra i protagonisti, dopo una lunga raccolta firme, distribuzione materiali, convegni, comizi, incontri… la parola dei cittadini sul destino della gestione delle risorse idriche, è stata molto chiara: si è scelto di abrogare l’art. 23 bis del decreto legge 25 giugno 2008 n.112 al fine di fermare l’obbligo di privatizzazione dell’acqua e dei servizi pubblici locali e di abrogare il comma 1 dell’articolo 154, comma 1 del Decreto Legislativo n. 152 del 3 aprile 2006 per impedire i profitti sull’acqua. Dopo cinque mesi dalle feste alla Bocca della Verità e in tutta Italia, quanto decretato deve essere messo in pratica in maniera piena e completa. […]

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