“Mal’aria” è la storica campagna di Legambiente contro l’inquinamento atmosferico e a favore del trasporto pubblico e della mobilità sostenibile ed anche quest’anno abbiamo fatto un bilancio per le polveri sottili PM10.

La presenza di inquinamento atmosferico nelle città del Lazio non sembra essere in diminuzione e anzi resta in molti casi ben oltre i livelli di attenzione. I valori che vengono registrati periodicamente mostrano andamenti poco rassicuranti e soprattutto in linea con le serie storiche, senza sensibili cambiamenti di rotta. La qualità dell’aria è un elemento fondamentale per garantire la salute umana ed è per questo che è necessario un monitoraggio continuo in grado di tenere sotto controllo le sostanze che possono interferire e danneggiare l’organismo. L’elevata esposizione agli agenti inquinanti, frutto soprattutto della combustione, possono causare diverse disfunzioni e malattie, in particolare legate al sistema respiratorio, che oltretutto vanno ad incidere sulla spesa sanitaria. Secondo le ultime stime dell’Organizzazione Mondiale della Sanità e della Commissione Europea l’inquinamento atmosferico ha causato oltre 400mila morti premature con costi ingentissimi per i vari sistemi sanitari che oscillano tra i 330 e i 940 miliardi di euro all’anno nella sola Europa.

Nel rapporto redatto dall’ISPRA “X Rapporto Aree Urbane, anno 2014” viene analizzata infatti anche “l’esposizione della popolazione di città e aree metropolitane agli inquinanti atmosferici”, in cui emerge con chiarezza come milioni di persone sono esposte a concentrazioni medie annuali di PM10, PM2,5, NO2 ed O3 superiori, e di molto, ai valori di riferimento forniti dall’Organizzazione Mondiale della Sanità; l’analisi si basa sui dati di concentrazione rilevati nel 2013 nelle aree urbane e metropolitane rispetto al numero di cittadini presenti in quelle stesse aree e mostra come per il PM10 la quasi totalità delle città abbia registrato concentrazioni superiori a quelle indicate dall’OMS.

Non solo, gli elevati livelli di inquinamento atmosferico in Italia sono alla base di una procedura d’infrazione da parte dell’Unione Europea a causa della “Cattiva applicazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente – Superamento dei valori limite di PM10 in Italia” . Queste violazioni, che riguardano anche la regione Lazio, porteranno, se l’Italia non riuscirà a porre rimedio, ad una condanna con conseguenti sanzioni, come già avvenuto nel 2012. L’Italia infatti era stata già stata condannata tre anni fa relativamente ai superamenti di PM10 per il periodo 2006-2007 in 55 diverse zone ed agglomerati italiani. Il dato più scoraggiante e preoccupante in merito alla nuova procedura di infrazione è che 13 delle 55 aree già condannate hanno continuato a superare costantemente i limiti per il PM10 anche nel periodo 2008-2012 e si ritrovano per questo di nuovo sotto indagine, insieme ad altre 6 nuove zone.

In città la fonte principali di inquinamento atmosferico è il trasporto su strada, dove i passi avanti fatti sull’efficienza dei motori non ha consentito di ottenere risultati evidenti nel miglioramento della qualità dell’aria, visto l’elevato numero di veicoli in circolazione e l’incremento dei diesel; segue il riscaldamento domestico, prevalentemente derivante dall’uso di legna o combustibili fossili particolarmente inquinanti come l’olio combustibile o il gasolio.

Ma non è solamente l’ambiente urbano delle grandi città a destare preoccupazioni. Significative sono anche le emissioni in atmosfera derivanti dalle fonti industriali, che spesso vanno a sommarsi con quelle urbane, e specialmente nell’aerea meridionale della regione fanno riportare considerevoli concentrazioni di polveri e altre sostanze ritenute pericolose.[…]

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