Fori, Legambiente: irresponsabile chi chiede di rinviare avvio pedonalizzazione.
“E’ irresponsabile chi vuole continuare anche solo per qualche mese a lasciare al Colosseo e ai Fori il ruolo di spartitraffico per le automobili, stiano attenti i vari politicanti romani a rischiare di avere sulla coscienza nuovi crolli per vibrazioni e smog -dichiara Lorenzo Parlati, presidente di Legambiente Lazio-. I gas di scarico delle automobili stanno sbriciolando il Colosseo, è questo il problema dal quale siamo ripartiti come Legambiente, riprendendo gli allarmi degli anni ’70 di Petroselli e Argan. I tecnici della Soprintendenza archeologica di Roma hanno lanciato mille allarmi di una gravità inaudita. A Roma il più importante monumento al mondo, l’Anfiteatro Flavio rimane ancora oggi un prestigioso spartitraffico, è chiaro allora che all’importante restauro del monumento si deve accompagnare l’immediata pedonalizzazione dell’area. Su questo
Legambiente è chiara, e al Sindaco Marino chiede di rendere subito noti i passi del percorso che partirà tra pochi giorni, per arrivare in tempi certi alla completa chiusura al traffico privato dell’intera via dei Fori Imperiali, dell’intera piazza del Colosseo anche dal lato di via Labicana.” Legambiente ricorda i dati che con il passare del tempo peggiorano la situazione, con l’avanzare inesorabile del processo. Era il 2000, quando con la campagna Salvalarte i tecnici ambientalisti monitorarono la situazione dell’inquinamento dell’Anfiteatro Flavio, con risultati molto preoccupanti. Già allora oltre a detenere il primato del monumento italiano più visitato (nel 1998 i visitatori erano oltre 2,3 milioni, alla fine del 2009 sono stati quasi 5 milioni), al Colosseo le polveri facevano registrare picchi di 170 microgrammi per metro cubo, il biossido di azoto che più volte superava i 100 microgrammi per metro cubo e il biossido di zolfo oltre 10 microgrammi per metro cubo. Nel maggio 2012, invece, Legambiente aveva rilevato che di fronte al monumento transitano ogni ora oltre duemila veicoli (dei quali l’81% sono privati tra auto, motorini, pullman turistici, furgoni e camion) e che la quasi totalità del traffico (90,4%) arriva da via Cavour e va in direzione di via Labicana.
“Già dagli anni ’80 decine di migliaia di cittadini parteciparono in massa alle prime chiusure domenicali della via dei Fori Imperiali, straordinarie occasioni per riappropriarsi della città antica, alle quali dare subito più spazio facendo avanzare l’avvio della pedonalizzazione -continua Lorenzo Parlati-. Ora la situazione è ancora peggiore di quanto sapevamo, lo smog assale il Colosseo e i monumenti producendo una reazione chimica a catena che ne sbriciola parti importanti, i tecnici parlano di ‘cancro della pietra’ e di ‘metastasi’, con parole che pesano come macigni su chiunque ha a cuore la nostra meravigliosa città. E’ il momento di ridare fiato alle meravigliose idee di Cederna, Argan, Petroselli, Roma se lo merita. Che ci siano criticità, considerata l’importanza del provvedimento, è normale, ma paventare obiezioni fini a loro stesse è sbagliato, alle obiezioni bisogna affiancare le proposte, in un percorso partecipato, ma orientato nella direzione che i Fori vanno pedonalizzati.
Bisogna sgombrare il campo dalle critiche pretestuose, è una cretinata affermare che il giro in auto attorno al Colosseo è bello e irrinunciabile,un pretesto per avanzare dubbi su una misura fondamentale per il futuro della Capitale, annunciata da decenni, che finalmente si concretizza. Fondamentale da subito sarà anche animare l’area con manifestazioni e iniziative culturali, per questo abbiamo proposto all’amministrazione di organizzare una due giorni di festa, da svolgere a settembre proprio nella zona del Colosseo e dei Fori pedonalizzati.”
Da trent’anni si discute della pedonalizzazione, dal progetto di parco archeologico di Benevolo del 1988 al progetto Fori di Cederna. L’impegno di Argan prima e Petroselli poi portò all’eliminazione della via del Foro Romano, che divideva il Campidoglio dal Foro Repubblicano e l’unione del Colosseo all’Arco di Costantino, realizzando la continuità dell’area archeologica. Un appello preparato da Cederna e dall’archeologo Coarelli fu sottoscritto da 240 studiosi italiani e stranieri: con la chiusura al traffico e con il recupero del grande complesso archeologico, si otterrebbe “un parco archeologico senza pari al mondo, comprendente i Fori Imperiali, il Foro Romano, e il Colosseo, e quindi uno straordinario spazio per la ricreazione e la cultura, tale da permettere un rapporto vitale e non retorico con il nostro passato”.